Qualcosa di noi – il dubbio

Giunti alla sesta puntata, conversiamo insieme a Michele Leone sul tema del dubbio.

Michele è laureato in Filosofia e studia Antropologia. Tra le sue passioni vi sono: il rapporto dell’uomo con il sacro, le Società Segrete, l’esoterismo, i Misteri, la Magia, l’enogastronomia e molto altro ancora.
Il suo intento di divulgare riguardo ai succitati temi, avviene attraverso numerosi libri pubblicati, conferenze, il suo sito, una Pagina Facebook ed una Pagina Patreon.

Qualcosa di noi – passato e futuro

“Qualcosa di noi” questa volta si arricchisce della partecipazione del duo Jazz Amore.

Eleonora Catalano (chitarra e voce) e Rossella Fanelli (voce e kazoo), artiste italiane residenti a Sidney che propongono un repertorio musicale italiano anni ’50, ’60 e ’70, sono mie ospiti per conversare sul tema della trasmissione: PASSATO e FUTURO.

Scrivere, la magia che ferma il tempo

Il mio rapporto con la scrittura raccoglie molte prospettive che emergono quando le parole prendono vita sul foglio. La scrittura è un viaggio, ma anche un dialogo con se stessi e con gli altri, è un’esperienza intima e profonda, ma anche uno spazio che entra nel tempo per plasmarlo.

Scrivere trasforma il tempo ed il tempo trasforma l’atto di scrivere. Scrivere apre la porta verso l’ubiquità che che mi conduce ad un altro tempo che esiste dilatato nell’istante presente. Scrivere è come lasciare una traccia del mio passaggio, per ritrovare quel tempo e quei luoghi nell’adesso. Scrivere è un atto di ascolto verso me stesso, per annotare il qui ed ora e trasportarlo verso l’eternità. Scrivere è una magia che ferma il tempo, ma che può farlo muovere ed ampliarlo e ridurlo ed anche dissolverlo.

Il tempo della scrittura è uno spazio Sacro che sublima l’atto in una condizione sospesa, ritmata solo dal respiro e dalla voce di Sé che si trasforma in parole.
Il tempo, convenzione umana che ci appare come avversario, diventa alleato quando lo accogliamo in noi stessi, facendolo scorrere al nostro ritmo, fino a fermarlo per dare spazio alla nostra identità.

Scrivendo, il tempo non è più un confine, ma una dimensione lungo la quale muoversi liberamente e decidere anche di fermarsi ed aspettare, fermarsi e contemplare, fermarsi ed ascoltare.

#lapoesiacisalverà

Qualcosa di noi – la consapevolezza

Da questo incontro, a “Qualcosa di me” si aggiunge “Qualcosa di noi”, anche se l’intento è sempre quello di esplorare, conoscersi ed ascoltarsi.

Dopo le prime puntate introduttive, nel corso delle quali mi sono raccontato, è giunto il momento di ampliare l’orizzonte, nella prospettiva della reciprocità evocata due settimane fa.

Il primo ospite è Elena Ceretti, coach, formatrice e fondatrice di Time&Training, che converserà con me sul tema della CONSAPEVOLEZZA.

Qualcosa di me – la reciprocità

Eccoci arrivati al terzo incontro, in continuità con i precedenti, per raccontarci e per raccontare, per esplorare, conoscersi ed ascoltarsi.

Questa volta Elisabetta Bigo conversa con me sul tema della RECIPROCITÀ.

Con l’intento di creare un contesto favorevole ad una condivisione autentica, faccio affidamento sui tuoi interventi e sulle tue domande!

Qualcosa di me – un viaggio nel Sé

Ciao! Dopo il primo incontro introduttivo, ti propongo questo nuovo appuntamento per iniziare ad andare un po’ più a fondo, sempre nell’ottica di creare un’opportunità di condivisione attraverso la quale esplorare, conoscersi ed ascoltarsi.

Anche questa volta sono accompagnato nella diretta da Elisabetta Bigo che conversa con me sul tema pensato per la serata: un viaggio nel Sé.

Grazie per le domande e le riflessioni proposte e per quelle che vorrai offrire, compresi suggerimenti e temi da approfondire nelle prossime dirette.

La scrittura come atto di resistenza consapevole

Resistere a che cosa? Perché?

Resistere ad una forza esterna che ci vuole condurre dove non vogliamo, che vuole portarci in luoghi che non riconosciamo, che vuole spingerci oltre il confine della nostra libertà e confinarci nell’artefatto della nostra paura.

Resistere per difendere, per proteggere, per manifestare il proprio Essere, per affrontare la tempesta, per mantenere la posizione, per non lasciarsi trascinare via. Resistere per difendere la libertà.

Come?

Agendo. Nel rispetto di noi stessi e degli altri, per il rispetto di noi stessi e degli altri. Come sappiamo, come possiamo, usando le nostre capacità, ascoltando la nostra Voce interiore.

Uno dei miei modi di agire è scrivere. Perché scrivere mi offre l’opportunità di ascoltarmi, di mettere in comunicazione le mie emozioni e le mie sensazioni con i miei pensieri, di fare emergere il messaggio che ho dentro e che vuole raggiungere altre anime, di comunicare e di condividere, di stimolare il confronto per ritrovarsi su un terreno comune dove resistere insieme.

E tu? Qual è il tuo modo di resistere?
Scrivi con me? Resisti con me?

#lapoesiacisalverà

Qualcosa di me – Il mio percorso di crescita personale

Durante questo primo incontro racconto un po’ di me, con l’intento di mettermi in gioco e di creare un’opportunità di condivisione attraverso la quale esplorare, conoscersi ed ascoltarsi.

Sono accompagnato nella diretta da Elisabetta Bigo che conversa con me sul tema pensato per la serata: il mio percorso di crescita personale – eventi, persone, scoperte.

Vi sono grato se vorrete porre domande, condividere riflessioni, offrire suggerimenti e proporre temi da approfondire nelle prossime dirette, perché sarebbero contributi essenziali e preziosi per costruire insieme il nostro dialogo come strumento di RECIPROCITÀ.

La poesia ci salverà

Ieri sera l’amico Vittorio mi ha scritto: “la poesia ci salverà”. Ha smosso in me qualcosa, ha acceso una luce su qualcosa che avevo sotto gli occhi, ma che non riuscivo a vedere.
La mente si è messa in moto e con essa riflessioni ed emozioni. Già, c’è urgenza di condividere, c’è urgenza di reciprocità.
Reciprocità. Parola che mi risuona da tempo e che ha acquisito la valenza di un simbolo, evocando l’archetipo del V.I.T.R.I.O.L. (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem). Andare dentro, in profondità, per comprendere, per conoscere, per andare oltre.

È giunto il momento di raggiungere l’interno per trovare ciò che siamo e con esso le forze necessarie per manifestarlo. La verità non giunge dall’esterno, ma dal processo alchemico del nostro Athanor che ribolle dentro di noi, nel quale trasmutare gli elementi e le sollecitazioni che turbinano intorno a noi, per sublimarle in una visione da sostenere con l’azione.

Il mio Athanor è in ebollizione da tempo e attendeva quest’ultimo ingrediente per manifestare la sua funzione: sublimare l’Essere per renderlo pieno, autonomo, completo nella conseguenza coerente dell’agire.
Agire come sono in grado di fare, agire con la consapevolezza degli strumenti che conosco e che so usare: le parole. Perché le parole creano, plasmano, realizzano. Ma affinché ciò avvenga devono essere ascoltate, assaporate, annusate, guardate, toccate e sentite. E allora si attiveranno come si attivano i simboli, per generare consapevolezza, per generare un cambiamento di stato, per generare ciò che è necessario alla realizzazione della nostra pienezza.

Questo periodo di confusione crescente, di azioni contrastanti, di eventi incomprensibili costituisce l’opportunità unica di creare uno spazio per costruire la nostra versione della realtà, lontano dalle manipolazioni e dalle strumentalizzazioni. L’opportunità unica di fare emergere ciò che siamo nel profondo. L’opportunità unica di sublimare la nostra Essenza.
È giunto il momento di porre e di porsi domande, di dubitare, di dissentire, di mettere in discussione le verità sociali, per liberare l’autonomia di pensiero a cui abbiamo diritto, per trasmutare il subire in scegliere.

Perché avvengono certe cose? Quale ne sono il senso e la funzione? Chi definisce la giustezza degli avvenimenti, quale autorità ha per normarli e da dove proviene questa autorità? Come ci fa sentire tutto questo?
La convinzione di non poter fare nulla ed il timore di esporsi, mette a tacere l’opportunità di esprimere il proprio pensiero, di condividere la propria prospettiva, di distaccarsi dal pensiero omogeneo, di orientarsi diversamente dalla massa. Ma se non si è soli ad esprimere il proprio pensiero e se la libertà personale di esprimersi diventa condivisione, allora il timore di esporsi diventa collegialità, spalla a spalla nel diritto di essere fuori dal coro in una danza di reciprocità.

E la poesia offre questa possibilità, perché racconta il profondo, perché usa parole cercate e scelte che ci trovano e ci scelgono, perché realizza una comunicazione non convenzionale oltre gli schemi, che veicola un messaggio non manipolabile.
E allora oggi mi espongo, scrivendo queste righe e proponendoti la poesia che segue tratta da Chiudo gli occhi e osservo il mondo, esortandoti a scrivere la tua poesia, per raccontare ciò che Senti, per inviare il tuo messaggio, per contribuire al coro di voci che hanno il diritto di essere ascoltate.
Una poesia spontanea che racconti di te e del messaggio che da te vuole emergere, non un esercizio di stile, ma un atto di libertà autentica.
La poesia è per tutti, la poesia è di tutti, non è per l’élite e non è dell’élite, ma una dichiarazione d’indipendenza del pensiero e delle emozioni che è facoltà di tutti e di ciascuno.

La poesia è oltre i canoni ed è questa la sua forza dirompente insieme ad un’autenticità non giudicabile, che genera un’interruzione benefica e creativa nel processo dell’evoluzione.

Le parole creano e le poesie sono uno scrigno di parole preziose.

Fuori dai giochi

Cerchiamo la vittoria
fuggiamo la sconfitta
senza aver scelto di giocare

Oltre l’esito esiste la Libertà
la libertà di smettere di giocare
ed iniziare a dare forma ai Sogni

La bellezza salverà il mondo

A seguito della diretta su Torino Web Tv della scorsa settimana, un telespettatore mi ha inviato la seguente domanda: nell’Idiota di Dostoevski il principe Miskin afferma: “La bellezza salverà il mondo”. Nel percorso dell’ascolto del Profondo la bellezza può essere uno strumento utile magari supportato da qualcos’altro?

Ho trovato la domanda molto bella e stimolante, e desidero condividere la riflessione che ne è scaturita.

La prospettiva che ciascuno ha della Bellezza può avere una funzione di ascolto intimo, proprio se viene vista come strumento; come mezzo e non come fine.

La Bellezza è un canone personale che scaturisce dalla nostra Essenza e come tale ne è l’emanazione. Nel significato e nella manifestazione.

Per questo motivo, questa accezione di Bellezza può salvare il mondo, secondo la forma che ciascuno sa e può dare. L’arte, per esempio, quando è manifestazione di Bellezza intima, profonda ed archetipica, plasma un messaggio che va oltre il detto per realizzare il non detto. Un messaggio in codice che l’Anima può decifrare.

Questa è la mia prospettiva da ipsonauta (navigatore del Sé) e da appassionato di evoluzione personale, che passa anche attraverso lo studio e l’approfondimento di temi esoterici e la scrittura.

Una delle forme d’arte con cui mi esprimo è la poesia e per tramite del tema suscitato da questa domanda, desidero proporne una tratta dalla mia ultima silloge poetica: Chiudo gli occhi e osservo il mondo.

Le poesie si scrivono ovunque

su fogli e muri
con parole e segni
con gesti e disegni

nel cuore e nella mente
con emozioni e sogni
con ricordi e bisogni

tra il tempo ed il cielo
con messaggi ed azioni
con pensieri e sensazioni

e dire a ciascuno e a noi stessi
che ogni spazio è il luogo vero
a cui affidare chi siamo davvero