La droga sociale

Avviene spesso che fin da piccoli ci spingano a raggiungere obiettivi predefiniti, al posto di guidarci a conoscere e valorizzare le personali predisposizioni. E via via, crescendo, questo binario si arricchisce di bisogni preconfezionati che alzano le barriere intorno, rendendone apparentemente più sicuro il percorso, dal quale in realtà diventa sempre più difficile allontanarsi.

Continuamente sottoposti alla pressione di dover essere all’altezza di aspettative e convenzioni esterne, si rimane sempre più vincolati ad un meccanismo di controllo incontrollabile, arrivando a rinunciare al benessere per essere bene accetti.

Siamo drogati di un sistema al quale siamo stati introdotti gratuitamente e con il quale abbiamo contratto debiti che ci hanno resi assuefatti e dipendenti. Ma per quanto difficile possa essere liberarsi da una dipendenza, è comunque una strada percorribile, magari con un considerevole impiego di tempo e di energia, magari non completamente, magari non esattamente come vorremmo. Ma è percorribile. Ammesso che la si voglia percorrere.

Ed io la voglio percorrere, perchè c’è qualcosa che non mi torna, qualcosa di innaturale nello spendere tempo ed energie per un artefatto che non mi appartiene. E allora inizio piano a scardinare il meccanismo, ridefinendo le priorità, riappropriandomi di ciò che è mio e di ciò che per me è importante.

Riparto da me stesso, dando voce ai ricordi di bambino, quando i sogni avevano una voce e raccontavano di mondi da esplorare, di emozioni da sperimentare e di avventure da cui lasciarsi trasportare.

Visto si stampi

E la versione definitiva si è avviata verso la tipografia e l’edizione digitale. Sono felice, grato ed emozionato.
Il viaggio si sta per compiere e lo potrò condividere in anteprima al Salone del Libro di Torino, mentre il lancio ufficiale è previsto per il mese di Giugno.
I Sogni chiudono la trilogia, completando un percorso triennale che apre la strada ad una nuova avventura.
Un accenno della copertina nell’immagine e la sinossi nelle righe che seguono. Ci aggiorniamo presto e grazie per camminare insieme a me.

“E se tutto ciò che presumiamo di conoscere fosse solo una proiezione della mente? Una proiezione di abitudini consolidate da retorici eventi e da reiterate azioni? Se così fosse, sarebbe sufficiente porsi semplici domande per interrompere il ciclico ripetersi dell’apparente conosciuto. Domande semplici come quelle dei bambini alle quali spesso non sappiamo rispondere.

E allora compiamolo questo atto rivoluzionario che ci permetta di costruire la nostra consapevolezza al riparo dai venti dell’oblio, poniamoci quelle domande e cerchiamo le nostre risposte, ma non le risposte che ci hanno insegnato a dare, bensì quelle che riusciremo a trovare. Non importa quanto ci vorrà, l’importante è innescare il processo con l’autentico coraggio di dubitare.

Tutto ciò che abbiamo vissuto fino ad ora potrebbe essere parte del viaggio che abbiamo pianificato noi stessi fin dall’inizio. Possiamo decidere di affrontare le prossime tappe o di rimandarle a un altro viaggio. Ma possiamo anche decidere di cambiarle.”

Sogni Copertina Sfocato

 

Girotondo

E voi che mi tenete le mani strette, per trascinarmi in un ritmo incalzante sempre più veloce, da non riuscire più a vedere ciò che ho intorno e ciò che ho dentro, da perdere i riferimenti e l’equilibrio.

Velocità senza una meta, quantità senza uno scopo, riempire spazi, riempire vuoti, fare per fare, dire per dire.
Gira veloce, non ti distrarre, non ti fermare. Vorrei fermarmi a guardare, vorrei il silenzio per ascoltare. Gira veloce, non ti distrarre, non ti fermare, avrai tempo per guardare ed ascoltare.

Gira, tutto gira, non posso neanche lasciarmi andare. Mani stringono per non farmi cadere, almeno fino a che sarò cosciente. Gira, tutto gira.

Voglio fermarmi o non ci sarà più tempo per guardare e silenzio per ascoltare. Lasciate le mie mani, liberate i miei polsi, mi voglio fermare. Adesso. Voglio perdere l’equilibrio, voglio scivolare, voglio cadere. Voglio il disagio del mondo che si ferma, voglio la testa che fa male per gli occhi che tornano a vedere.

Basta girotondo, voglio guardarmi intorno ed ascoltare i passi del mio ritorno. Basta girotondo. Io mi fermo a guardare.

Henri Matisse - La danza (1910)

Henri Matisse – La danza (1910)

Oltre lo specchio

Siamo alla ricerca di un contesto nell’ambito del quale riconoscersi ed essere riconosciuti. Il limite dell’artefatto panorama sociale attuale è che, come per uno specchio, si tratta di una conoscenza superficiale.

L’unico modo per scoprire davvero chi siamo e quale sia la direzione del nostro Cammino è andare oltre lo specchio, nel nostro profondo.
Sembra quasi paradossale quanto sia più semplice riconoscere gli altri piuttosto che noi stessi. Avendo per noi aspettative maggiori di chiunque altro, abbiamo anche maggior timore di riconoscerci, dovendo a quel punto assumerci le responsabilità del nostro Cammino…

Sono un razzista

Ho una congenita, viscerale e probabilmente atavica avversione per l’opportunismo, l’arroganza e l’ignavia.
Mi predispongo alla modalità difesa/contrattacco quando sento puzza di un’artefatta astuzia accidiosa. E la parte razionale inizia a sudare nell’immane sforzo di trattenere lo slancio impulsivo di una reazione che proviene dal profondo.

Sono un razzista perchè non riesco ad accettare l’intenzione di prendersi gioco degli altri, perchè provo disprezzo nei confronti della mellifluità, perchè sviluppo una reazione allergica dinnanzi all’egoismo. Lasciamo i giochi ai bimbi ed alla nostra parte bambina, la finzione all’Arte della recitazione ed i personalismi a personaggi in cerca di autore.

E se Ascolto riconosco la povertà d’animo mimetizzata in fini reconditi, se Osservo vedo la paura e l’inadeguatezza che si celano nell’aggressività, se Agisco percepisco la fragile vacuità annidata in un’apparente pacatezza. E allora capisco che la tolleranza non è sopportazione, che la pazienza non è sottomissione, che il silenzio non è accettazione.

E siccome chi non accetta ciò che è diverso da sé è razzista, sono un razzista. Ma nei confronti di una sola razza, quella dei trasformisti, che sono trasversali a qualsiasi colore di pelle, bandiera politica, credo religioso, retaggio culturale, etica professionale, scelta sessuale, attitudine alimentare ed orientamento sociale.

E nel mio animo adattabile ed accogliente non vi sarà mai posto per questi ostacoli alla libertà e continuerò a combatterli nelle quotidiane battaglie per difendere le posizioni, con l’auspicio di conquistarne di nuove.

La sognatrice

Vola oltre i giorni uguali
esplora mondi lontani
insegue le visioni
abbraccia le emozioni

In equilibrio instabile
fra spirito e materia
è in conflitto con se stessa
e con l’umana natura

Combatte contro il tempo
alla ricerca dei suoi sogni
Sfida la ragione
nel viaggio verso il Sé

Passato che si offusca
futuro che scompare
rimane il presente
ad accogliere il suo cercare

(Tratto da Il sentiero dell’Anima – Sogni)

Il sentiero dell’Anima – Ricordi

Ne Il sentiero dell’Anima – Ricordi (2017) prosegue il Viaggio nel mondo del Sé iniziato con “Il sentiero dell’Anima – Emozioni”. In questa nuova silloge poetica, in primo piano sono i Ricordi. Ricordi di tracce indelebili ritrovate sul sentiero dell’Anima da condividere con chi ha trovato il proprio Cammino e con chi lo sta ancora cercando. È il diario di un argonauta che contempla, ascolta, cerca.

I piani differenti di accesso alla lettura consentono di avviare caleidoscopici percorsi, scoprendo a ogni lettura un nuovo frammento. Il sentiero dell’Anima – Ricordi è la condivisione degli indizi raccolti nell’esperienza autentica del Sentire, con l’intento di suscitare nel lettore l’impulso ad avviare il proprio Viaggio e rammentare, a chi lo stia già affrontando, che l’Avventura personale non è mai solitaria.

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