– Ti ricordi il futuro? Quel bellissimo disegno tracciato in aria, fra sogni e nuvole? Ti ricordi quel futuro magico e colorato che sbocciava senza sosta ingannando le maglie della lungimiranza adulta?
– No
– Non lo ricordi? Come non lo ricordi? Hai dimenticato il ricordo del futuro? Come puoi rammentare chi sei se non ricordi il tuo futuro?
– Smettila con tutte queste domande. E poi non ti capisco. Come posso ricordare qualcosa che non è ancora accaduto? Come posso ricordare il futuro?
– Il tuo futuro lo hai tracciato quando eri bambino. Hai avuto l’opportunità di plasmarlo, vederlo, raccontarlo. Poi la fitta pioggia degli assiomi adulti lo ha sommerso di insicurezze e verità artefatte.
Ogni giorno bambini affogano sotto questa violenta pioggia, interrompendo il viaggio verso il proprio futuro. Ogni giorno adulti si lasciano trascinare dalla piena che questa pioggia genera.
Ma per il debito di riconoscenza nei confronti di quei bambini che siamo stati e di quei bambini che non sono più, abbiamo il dovere di ricordare il nostro futuro. E tentare in ogni modo di andare all’incontro con esso.