Osservo spesso le nostre dinamiche sociali e mi capita di percepire spazi temporali predeterminati. È come se vivessimo i nostri momenti di svago e di riposo come se fossero una libera uscita. Un intervallo concesso in un lasso di tempo contingentato e pianificato. Il permesso di svolgere attività oltre quelle produttive in un contesto regolato da dinamiche opportunistiche.
E mi sovviene una frase che l’attore Enzo Garinei faceva pronunciare al suo personaggio nel film Banana Joe: “Prodotto e manodopera sono assolutamente gratis perchè il denaro della paga ritorna in cassa, visto che questi imbecilli se lo giocano e se lo bevono subito”.
Osservando i nostri fine settimana e le nostre vacanze, ho la sensazione che talvolta siano spazi di libertà apparente nell’ambito dei quali compiamo azioni omogeneizzate, reiterate ed altrettanto produttive.
È probabilmente la visione fantasiosa di un funambolo del pensiero, però quando mi capita di osservarci in ritmate azioni di massa il dubbio mi sorge: che i nostri momenti di uscite in libertà siano in realtà delle libere uscite per mantenere in efficienza un ecosistema autonomo tipo quelle sfere di vetro con animaletti e piante all’interno?