Il mio rapporto con la scrittura raccoglie molte prospettive che emergono quando le parole prendono vita sul foglio. La scrittura è un viaggio, ma anche un dialogo con se stessi e con gli altri, è un’esperienza intima e profonda, ma anche uno spazio che entra nel tempo per plasmarlo.
Scrivere trasforma il tempo ed il tempo trasforma l’atto di scrivere. Scrivere apre la porta verso l’ubiquità che che mi conduce ad un altro tempo che esiste dilatato nell’istante presente. Scrivere è come lasciare una traccia del mio passaggio, per ritrovare quel tempo e quei luoghi nell’adesso. Scrivere è un atto di ascolto verso me stesso, per annotare il qui ed ora e trasportarlo verso l’eternità. Scrivere è una magia che ferma il tempo, ma che può farlo muovere ed ampliarlo e ridurlo ed anche dissolverlo.
Il tempo della scrittura è uno spazio Sacro che sublima l’atto in una condizione sospesa, ritmata solo dal respiro e dalla voce di Sé che si trasforma in parole.
Il tempo, convenzione umana che ci appare come avversario, diventa alleato quando lo accogliamo in noi stessi, facendolo scorrere al nostro ritmo, fino a fermarlo per dare spazio alla nostra identità.
Scrivendo, il tempo non è più un confine, ma una dimensione lungo la quale muoversi liberamente e decidere anche di fermarsi ed aspettare, fermarsi e contemplare, fermarsi ed ascoltare.
#lapoesiacisalverà