Controcorrente – parole allo specchio

La prima puntata di un nuovo ciclo di trasmissioni dal titolo CONTROCORRENTE.

Controcorrente per risalire il flusso verso la sorgente, controcorrente per esplorare al di là delle convenzioni, controcorrente per essere se stessi oltre le aspettative sociali.

Un avvio senza ospiti per condividere gli intenti, le riflessioni e le novità che mi hanno condotto a questo nuovo progetto, in continuità con il precedente.

La prima puntata ha per titolo parole allo specchio, perché, essendo da solo in studio, è stato come guardarmi allo specchio, riflettendomi nella vostra presenza al di là della telecamera.

Non esiste l’ultima nota

La malinconia mi si è seduta accanto oggi
un senso di vuoto senza nome buca il silenzio
non capisco e non mi spiego questo smarrimento
mentre gli occhi si appannano ed il respiro si taglia
come un’incisione profonda, come uno strappo violento

Eppure il distacco diventa vicinanza
nel Sentire dentro il silenzio una presenza
che oggi ti fa Essere tutto intorno e dentro
come se questo giorno che hai scelto per il tuo Viaggio
fosse l’inizio di una pioggia che tutto pervade
per moltiplicarsi in mille gocce e ciascuno toccare

Grazie Maestro.
Sei nella Tua Musica e nei Tuoi Silenzi.
Non te ne andrai mai. Sei partito per restare.

Qualcosa di me – un viaggio nel Sé

Ciao! Dopo il primo incontro introduttivo, ti propongo questo nuovo appuntamento per iniziare ad andare un po’ più a fondo, sempre nell’ottica di creare un’opportunità di condivisione attraverso la quale esplorare, conoscersi ed ascoltarsi.

Anche questa volta sono accompagnato nella diretta da Elisabetta Bigo che conversa con me sul tema pensato per la serata: un viaggio nel Sé.

Grazie per le domande e le riflessioni proposte e per quelle che vorrai offrire, compresi suggerimenti e temi da approfondire nelle prossime dirette.

Qualcosa di me – Il mio percorso di crescita personale

Durante questo primo incontro racconto un po’ di me, con l’intento di mettermi in gioco e di creare un’opportunità di condivisione attraverso la quale esplorare, conoscersi ed ascoltarsi.

Sono accompagnato nella diretta da Elisabetta Bigo che conversa con me sul tema pensato per la serata: il mio percorso di crescita personale – eventi, persone, scoperte.

Vi sono grato se vorrete porre domande, condividere riflessioni, offrire suggerimenti e proporre temi da approfondire nelle prossime dirette, perché sarebbero contributi essenziali e preziosi per costruire insieme il nostro dialogo come strumento di RECIPROCITÀ.

La poesia ci salverà

Ieri sera l’amico Vittorio mi ha scritto: “la poesia ci salverà”. Ha smosso in me qualcosa, ha acceso una luce su qualcosa che avevo sotto gli occhi, ma che non riuscivo a vedere.
La mente si è messa in moto e con essa riflessioni ed emozioni. Già, c’è urgenza di condividere, c’è urgenza di reciprocità.
Reciprocità. Parola che mi risuona da tempo e che ha acquisito la valenza di un simbolo, evocando l’archetipo del V.I.T.R.I.O.L. (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem). Andare dentro, in profondità, per comprendere, per conoscere, per andare oltre.

È giunto il momento di raggiungere l’interno per trovare ciò che siamo e con esso le forze necessarie per manifestarlo. La verità non giunge dall’esterno, ma dal processo alchemico del nostro Athanor che ribolle dentro di noi, nel quale trasmutare gli elementi e le sollecitazioni che turbinano intorno a noi, per sublimarle in una visione da sostenere con l’azione.

Il mio Athanor è in ebollizione da tempo e attendeva quest’ultimo ingrediente per manifestare la sua funzione: sublimare l’Essere per renderlo pieno, autonomo, completo nella conseguenza coerente dell’agire.
Agire come sono in grado di fare, agire con la consapevolezza degli strumenti che conosco e che so usare: le parole. Perché le parole creano, plasmano, realizzano. Ma affinché ciò avvenga devono essere ascoltate, assaporate, annusate, guardate, toccate e sentite. E allora si attiveranno come si attivano i simboli, per generare consapevolezza, per generare un cambiamento di stato, per generare ciò che è necessario alla realizzazione della nostra pienezza.

Questo periodo di confusione crescente, di azioni contrastanti, di eventi incomprensibili costituisce l’opportunità unica di creare uno spazio per costruire la nostra versione della realtà, lontano dalle manipolazioni e dalle strumentalizzazioni. L’opportunità unica di fare emergere ciò che siamo nel profondo. L’opportunità unica di sublimare la nostra Essenza.
È giunto il momento di porre e di porsi domande, di dubitare, di dissentire, di mettere in discussione le verità sociali, per liberare l’autonomia di pensiero a cui abbiamo diritto, per trasmutare il subire in scegliere.

Perché avvengono certe cose? Quale ne sono il senso e la funzione? Chi definisce la giustezza degli avvenimenti, quale autorità ha per normarli e da dove proviene questa autorità? Come ci fa sentire tutto questo?
La convinzione di non poter fare nulla ed il timore di esporsi, mette a tacere l’opportunità di esprimere il proprio pensiero, di condividere la propria prospettiva, di distaccarsi dal pensiero omogeneo, di orientarsi diversamente dalla massa. Ma se non si è soli ad esprimere il proprio pensiero e se la libertà personale di esprimersi diventa condivisione, allora il timore di esporsi diventa collegialità, spalla a spalla nel diritto di essere fuori dal coro in una danza di reciprocità.

E la poesia offre questa possibilità, perché racconta il profondo, perché usa parole cercate e scelte che ci trovano e ci scelgono, perché realizza una comunicazione non convenzionale oltre gli schemi, che veicola un messaggio non manipolabile.
E allora oggi mi espongo, scrivendo queste righe e proponendoti la poesia che segue tratta da Chiudo gli occhi e osservo il mondo, esortandoti a scrivere la tua poesia, per raccontare ciò che Senti, per inviare il tuo messaggio, per contribuire al coro di voci che hanno il diritto di essere ascoltate.
Una poesia spontanea che racconti di te e del messaggio che da te vuole emergere, non un esercizio di stile, ma un atto di libertà autentica.
La poesia è per tutti, la poesia è di tutti, non è per l’élite e non è dell’élite, ma una dichiarazione d’indipendenza del pensiero e delle emozioni che è facoltà di tutti e di ciascuno.

La poesia è oltre i canoni ed è questa la sua forza dirompente insieme ad un’autenticità non giudicabile, che genera un’interruzione benefica e creativa nel processo dell’evoluzione.

Le parole creano e le poesie sono uno scrigno di parole preziose.

Fuori dai giochi

Cerchiamo la vittoria
fuggiamo la sconfitta
senza aver scelto di giocare

Oltre l’esito esiste la Libertà
la libertà di smettere di giocare
ed iniziare a dare forma ai Sogni

La bellezza salverà il mondo

A seguito della diretta su Torino Web Tv della scorsa settimana, un telespettatore mi ha inviato la seguente domanda: nell’Idiota di Dostoevski il principe Miskin afferma: “La bellezza salverà il mondo”. Nel percorso dell’ascolto del Profondo la bellezza può essere uno strumento utile magari supportato da qualcos’altro?

Ho trovato la domanda molto bella e stimolante, e desidero condividere la riflessione che ne è scaturita.

La prospettiva che ciascuno ha della Bellezza può avere una funzione di ascolto intimo, proprio se viene vista come strumento; come mezzo e non come fine.

La Bellezza è un canone personale che scaturisce dalla nostra Essenza e come tale ne è l’emanazione. Nel significato e nella manifestazione.

Per questo motivo, questa accezione di Bellezza può salvare il mondo, secondo la forma che ciascuno sa e può dare. L’arte, per esempio, quando è manifestazione di Bellezza intima, profonda ed archetipica, plasma un messaggio che va oltre il detto per realizzare il non detto. Un messaggio in codice che l’Anima può decifrare.

Questa è la mia prospettiva da ipsonauta (navigatore del Sé) e da appassionato di evoluzione personale, che passa anche attraverso lo studio e l’approfondimento di temi esoterici e la scrittura.

Una delle forme d’arte con cui mi esprimo è la poesia e per tramite del tema suscitato da questa domanda, desidero proporne una tratta dalla mia ultima silloge poetica: Chiudo gli occhi e osservo il mondo.

Le poesie si scrivono ovunque

su fogli e muri
con parole e segni
con gesti e disegni

nel cuore e nella mente
con emozioni e sogni
con ricordi e bisogni

tra il tempo ed il cielo
con messaggi ed azioni
con pensieri e sensazioni

e dire a ciascuno e a noi stessi
che ogni spazio è il luogo vero
a cui affidare chi siamo davvero

L’ascolto dell’Anima del mondo

Quando riusciamo a sentire il nostro respiro e ad ascoltarlo, significa che ci siamo concessi il tempo intimo e rituale per stare con noi stessi e questo spazio Sacro da noi generato e custodito ci consente di predisporci all’ascolto di noi stessi e degli altri, in uno stato di armonia ricettiva nei confronti dell’Anima del mondo.

Il respiro

Tutto tace
tranne il flebile soffio
dell’Anima del mondo

In mezzo al frastuono
un silenzio profondo

Silenzio che porta smarrimento
Silenzio che fa spazio all’ascolto

E nel profondo
il respiro
che mai cessa
mai si rassegna

Respiro
di armonia
di speranza
di consapevolezza

Non dimenticare di ascoltarlo
In mezzo al frastuono
un flebile soffio di Vita

Il sentiero dell’Anima – Emozioni (2016)

Occhi, porta di accesso all’affinità

Una delle vie di accesso all’affinità sono per me gli occhi, che ho voluto celebrare con questa mia poesia contenuta nella silloge Chiudo gli occhi e osservo il mondo pubblicata nel 2019.

Se gli occhi

Se gli occhi
fossero labbra
racconterebbero
incontri e scontri

se fossero mani
scriverebbero
inizi e finali

se fossero passi
percorrerebbero
passato e futuro

ma sono porte
e possono concedere
o negare il passaggio
quando l’istante
accade nel presente