A seguito della diretta su Torino Web Tv della scorsa settimana, un telespettatore mi ha inviato la seguente domanda: nell’Idiota di Dostoevski il principe Miskin afferma: “La bellezza salverà il mondo”. Nel percorso dell’ascolto del Profondo la bellezza può essere uno strumento utile magari supportato da qualcos’altro?
Ho trovato la domanda molto bella e stimolante, e desidero condividere la riflessione che ne è scaturita.
La prospettiva che ciascuno ha della Bellezza può avere una funzione di ascolto intimo, proprio se viene vista come strumento; come mezzo e non come fine.
La Bellezza è un canone personale che scaturisce dalla nostra Essenza e come tale ne è l’emanazione. Nel significato e nella manifestazione.
Per questo motivo, questa accezione di Bellezza può salvare il mondo, secondo la forma che ciascuno sa e può dare. L’arte, per esempio, quando è manifestazione di Bellezza intima, profonda ed archetipica, plasma un messaggio che va oltre il detto per realizzare il non detto. Un messaggio in codice che l’Anima può decifrare.
Questa è la mia prospettiva da ipsonauta (navigatore del Sé) e da appassionato di evoluzione personale, che passa anche attraverso lo studio e l’approfondimento di temi esoterici e la scrittura.
Una delle forme d’arte con cui mi esprimo è la poesia e per tramite del tema suscitato da questa domanda, desidero proporne una tratta dalla mia ultima silloge poetica: Chiudo gli occhi e osservo il mondo.
Le poesie si scrivono ovunque
su fogli e muri
con parole e segni
con gesti e disegni
nel cuore e nella mente
con emozioni e sogni
con ricordi e bisogni
tra il tempo ed il cielo
con messaggi ed azioni
con pensieri e sensazioni
e dire a ciascuno e a noi stessi
che ogni spazio è il luogo vero
a cui affidare chi siamo davvero