Ti aspetto

Ho bisogno di scrivere
di condividere
di trasmettere

È il mio rifugio
È una modesta capanna sull’albero
semplice e poco stabile
ma è il mio castello

È piccola e di difficile accesso
ma vorrei avere incontri ogni giorno
accogliere visitatori ogni sera
e conversare
conoscere
ascoltare

Non c’è porta
non ci sono finestre
ma non fa freddo
Non è facile da trovare
ma solo perché è nascosta
dalle fronde di questa fitta foresta

Ma se leverai lo sguardo
e chiuderai gli occhi
Ascoltando la troverai

Ti aspetto

Autonomia ed immanenza

L’estratto dell’intervento di Jack Ma, fondatore e presidente Alibaba Group, al World Economic Forum di quest’anno mi ha fatto riflettere.
Cambiare lo stile di insegnamento per allontanarsi dal nozionismo ed avvicinarsi ai valori, al pensiero indipendente, alla cura degli altri, alla condivisione e all’arte.
Un modo per differenziarsi dalle macchine e ritrovare autonomia ed unicità.
Sostanzialmente un processo regressivo verso le nostre Origini e verso ciò che siamo e che siamo sempre stati.

Mi domando se sia un pentimento o una presa di coscienza per aver realizzato generazione dopo generazione sovrastrutture sociali, tecnologiche e professionali che stanno cancellando la nostra identità.
Auspico e confido in una presa di coscienza, che possa far percepire la regressione anche con un’accezione positiva. Necessità di proiettarsi verso il futuro, riscoprendo l’essenza di ciò che siamo stati e da dove veniamo.

Il fermento che stiamo vivendo, basato sul risveglio della consapevolezza, rappresenta l’elemento cruciale per un salto evolutivo. La stimolazione sempre più ampia del pensiero individuale, della riflessione, della ricerca delle proprie risposte attraverso tecniche come il coaching, denota un riavvicinamento all’operato delle Antiche Scuole Iniziatiche.
I Grandi Maestri non fornivano risposte, ma insegnavano agli allievi ad utilizzare gli strumenti per trovare le proprie, conducendoli e guidandoli in questo cammino di autodeterminazione.

L’importanza di sviluppare un pensiero autonomo attraverso la condivisione, l’ascolto, l’osservazione e lo studio di se stessi, l’essenzialità di riconoscere l’unicità dell’individuo nel contesto di una pluralità fatta di mutuo rispetto e reciproca collaborazione, la centralità di ogni forma d’Arte come elemento determinante per la crescita umana e spirituale, risvegliano Valori insiti in ciascuno di noi.

L’evoluzione tecnologica ci ha agevolato in molti aspetti della vita quotidiana, ma è stato anche il mezzo per ricordare il nostro lignaggio attraverso la nostalgia di esso. E passo dopo passo, attraverso il nostro percorso evolutivo, ritroviamo noi stessi nel lascito ereditario degli albori del nostro percorso. Per mezzo di un viaggio verso il futuro, ritroviamo il nostro passato e risvegliamo il desiderio e la volontà di ritornare ad equilibrare il dopo ed il prima nell’istante presente.

Il padre

Occhi innamorati
che osservano
mani forti
che sostengono
cuore in ascolto
che Sente

abbracci di vita
parole di conforto
sguardi di comprensione

Faro che indica il cammino
Fortezza che protegge dalle avversità
Rifugio che accoglie l’anima
e la proietta verso il suo futuro

Tratto da “Il sentiero dell’Anima – Emozioni”

Perdersi in uno sguardo

“L’anima di una persona è nascosta nel suo sguardo, per questo abbiamo paura di farci guardare negli occhi.” (Jim Morrison)

Mi piace perdermi in uno sguardo per coglierne il messaggio, leggere emozioni che le parole non possono raccontare ed esplorare universi che i gesti non possono spiegare.
E poi mi piace lasciarmi sorprendere da uno sguardo che sia disposto a perdersi nel mio.

Una simbolica conclusione

Oggi ho ricevuto dall’editore la prima bozza. Il viaggio verso il terzo libro è quasi compiuto. L’emozione è molta e si mescola ai ricordi di questa bellissima esperienza.

La gioia del raggiungimento di un obiettivo si intreccia alla tristezza di un ciclo che si conclude, ma quando l’invio di una bozza è accompagnata dalle parole che seguono, la nostalgia di un cammino che volge al termine si tramuta in gratitudine: “Mi pare che questo terzo libro rappresenti una simbolica conclusione. C’è, se possibile, una ulteriore presa di coscienza e responsabilità che dà il capogiro pensando al sogno.”

Volare

Sono sempre stato attratto dal volo. Forse per il senso di Libertà, forse per avere una prospettiva di osservazione differente, forse per allontanarmi dalla frenesia dei giorni o forse semplicemente perchè il volo è magia, fantasia e sogno.

Ho sempre amato volare su qualsiasi mezzo mi fosse stato possibile, dall’aereo di linea al piccolo monomotore, dall’aliante all’elicottero. Ma anche stare semplicemente con il naso in su a seguire il volo di un parapendio o di un aquilone, di un aereo acrobatico o di un uccello è qualcosa che ogni volta mi ha portato in alto.

Il sogno e la fantasia di bambino di potermi librare come un’aquila o un supereroe sono rimasti parte di me. Il volo come mezzo per viaggiare, scoprire, conoscere il mondo e me stesso, ma anche strumento per soccorrere qualcuno o semplicemente per ridurre le distanze.

Volare cancella i confini, dissolve i rumori, trasforma la percezione di sé e del mondo, ammette l’impossibile. E tanti sono i modi di volare oltre a quello fisico. Con i sogni, con la fantasia e con la magia di istanti custoditi nel profondo.