La più autentica forma di bellezza sono occhi limpidi come un cielo d’inverno, parole delicate come una brezza di primavera, gesti accoglienti come un tramonto d’estate ed emozioni discrete come una nebbia d’autunno.
Stringi il vento
La semantica dell’Anima
Abbiamo bisogno di Leader
Abbiamo bisogno di Leader. Non di capi, non di generali, ma di guide che con l’esempio ci accompagnino in questa landa pietrificata attraverso la quale è difficile avanzare.
Leader. Parola abusata e violentata per mascherare imposizioni e strategie. Non è un ruolo, non è un incarico, non è celebrazione, non è autodeterminazione. Leader è chiunque venga riconosciuto per le proprie azioni, i propri principi, il senso profondo di rispetto e libertà, la consapevolezza del proprio sé e l’accettazione dell’altrui. Leader può essere chiunque, oltre le gerarchie, le dinamiche socialmente riconosciute, le strutture funzionali.
Leader. Termine anglosassone la cui valenza e intensità rappresentano una pluralità di aspetti che non sono traducibili con una sola parola e che non possono essere descritti con un’unica ed esaustiva rappresentazione. Evito, per quanto possibile, i termini anglosassoni quando comunico in lingua italiana, benchè per ragioni professionali faccia uso quotidiano della lingua inglese. Non è supponenza, ma cura della semantica e passione per una lingua ricca di sfumature. Talvolta, però, è importante accogliere e riconoscere la forza di un termine che racchiuda non solo un concetto, bensì un messaggio chiaro, un’essenza profonda, un simbolo potente.
Abbiamo bisogno di Leader. Di cercarli, di riconoscerli, di ascoltarli, di camminare accanto ad essi. Perchè un Leader non si fa seguire, ma lascia tracce sul cammino accanto a chi quel cammino ha deciso di percorrerlo. Troviamoli nel mondo fra coloro che vorrebbero ma temono di non potere, che potrebbero ma non ne sono consapevoli, che sanno ma hanno bisogno di sostegno.
Troviamoli. Mettiamoci in movimento e camminiamo con loro.
Fiumi di parole
I panorami meravigliosi
Non smetterò mai di credere nelle persone, perché per ogni delusione vi è una gioia, per ogni ferita un balsamo, per ogni sconfitta una rinascita e per ogni scontro un incontro.
Non smetterò mai di rinnovare la mia fiducia ogni giorno, nella consapevolezza dei limiti e delle potenzialità di ciascuno, nella certezza delle incertezze e nell’incertezza di un cammino certo e sconosciuto.
Grazie a chi mi ama e a chi mi odia, a chi mi sostiene e a chi mi contrasta, a chi gioisce per i miei traguardi e a chi gioisce per le mie cadute. Grazie perché ogni volta che ho creduto, ogni volta che ho provato, ogni volta che sono stato me stesso ho percorso strade sconosciute e mi sono trovato dinnanzi a solide mura che celavano panorami meravigliosi.
Il presente del passato
E si ricomincia a tracciare il cerchio
Impieghiamo tutta la vita da adulti ad apprendere nuovamente ciò che da bambini conoscevamo molto bene.
Ridere, giocare, esprimere emozioni e pensieri, riconoscere l’aspetto ed il valore di persone e cose, il senso di giustizia, il Senso della Verità, il discernimento fra apparenza e sostanza.
Anziani e bambini sono molto simili, con un approccio analogo alla vita e sempre più vicini mano a mano che il completamento della tracciatura del cerchio si avvicini al suo avvio. Accettazione, coraggio, consapevolezza dell’essenziale, abbandono del superfluo.
Un processo lungo e metodico ci convince ad accettare il fatto che esprimere il Sé, opporsi all’ingiustizia, dare il giusto nome a ciò che ci circonda non sia sempre socialmente accettabile e utile. E ci convinciamo poco a poco che sia davvero così. E ci adeguiamo. Confondendo l’adattamento, necessario alla sopravvivenza in un ambiente ostile, con l’adeguamento, conformazione ad un sistema costituito per gli scopi più vari ed avariati. E lo subiamo.
E arriva il giorno in cui ricominciamo a porci domande e cercare risposte, comprendiamo che l’unico aspetto socialmente accettabile sia quello di imparare ad esprimere nel modo migliore il nostro Essere e non compromettere l’essenza del suo messaggio, impariamo a non avere paura della paura e che la libertà di essere se stessi è importante tanto quanto la libertà che gli altri hanno di esserlo.
E si ricomincia a tracciare il cerchio verso il suo punto di origine, per tornare all’essenza primigenia con uno stato di coscienza evoluto. E il nostro compito è condividere tutto questo, raccontarci, rammentare a noi stessi e a chi incrociamo che proteggere ciò che siamo è fondamentale a prescindere da ciò che il senso comune attenda e che le nostre battaglie non possono essere delegate a qualcun altro.
E torniamo a credere in ciò che ci siamo convinti fosse impossibile, crediamo nelle nostre illimitate potenzialità, crediamo in noi stessi.
Il bagliore sorprendente
Il Viaggio dell’Anima