Una pioggia di domande

“Rien n’est vrai, tout est permis”
Hassan-i-Sabbah

Hiram Abif - Fabrizio De Paoli

Alcuni di noi si pongono le stesse domande, prima o poi, nel corso della vita. E lo stesso hanno fatto coloro che ci hanno preceduto. Com’è possibile che gli arroganti, gli opportunisti, i prepotenti riescano sempre a farsi spazio ed emergere da una melmosa palude per raggiungere il tetto del mondo? Perchè ci indignamo e dissentiamo, ma poi dimentichiamo in fretta e lasciamo la presa?
Siamo offuscati costantemente da un macchinario che produce nebbia dall’alba dei tempi con processi differenti, ma medesimo scopo. Siamo assuefatti ad un contesto che genera frustrazione, ma del quale crediamo di non poter fare a meno.
Perché abbiamo concesso e concediamo che interessi superiori controllino la nostra vita? Cosa sono questi interessi? Interessi di chi e superiori a cosa?
Si ha la sensazione che sia tutto sbagliato, che la ruota giri in senso inverso e l’alto ed il basso siano invertiti.
Com’è possibile che le ingiustizie, prima o poi, cadano nell’oblio, che l’aggressività e la violenza scorrano con costanza e vigore, creando sempre nuovi alvei?
Io non voglio adeguarmi, ma ho il sospetto che il continuo adattamento a questo ambiente ostile, si tramuti lentamente ed inesorabilmente in adeguamento, una conformazione lenta, ma progressiva, che ingloba e uniforma. Un’assuefazione lenta, ma costante, che confonde e ottenebra.
Mille verità soffiano ogni giorno da ogni direzione e verso ogni direzione, si intrecciano in una fitta rete che si perde oltre i confini apparentemente conosciuti. Non le si può cercare e tantomeno trovare fuori. Quando percepiamo stonature rispetto all’armonia che risuona in noi, quando Sentiamo melodie che vibrano insieme a noi, sono le risposte che cerchiamo, sono le verità a cui aneliamo.
La voce della nostra verità grida, sussurra, canta, racconta ogni giorno dentro di noi. Ascoltiamola. Il resto è solo rumore. E poi con quella voce raccontiamo e condividiamo, svegliamoci da un sonno indotto da troppo tempo.
Io non voglio abituarmi, non voglio rimanere invischiato in una ragnatela dalla quale è difficile liberarsi e che giorno dopo giorno avvolge e stringe in un processo ineluttabile solo se acconsentiamo che lo sia.
Nulla è perduto, nulla è inevitabile, nulla è impossibile.
Ascoltiamo, osserviamo, poniamoci domande. Una pioggia di domande.

6 thoughts on “Una pioggia di domande

  1. Una magistrale riflessione degna di essere letta e riletta piu’ volte, Fabrizio.
    Hai ragione, nulla e’ impossibile se lo desideriamo davvero.
    Lottare e lottare contro le ingiustizie, sempre..

  2. Ogni giorno mi faccio mille domande e ogni giorno scavo fuori e dentro di me e fino a dove mi è possibile cercando la mia verita.
    C”è tanto male nel mondo è un peccato non essere più bambini.
    Patty

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