La malinconia mi si è seduta accanto oggi un senso di vuoto senza nome buca il silenzio non capisco e non mi spiego questo smarrimento mentre gli occhi si appannano ed il respiro si taglia come un’incisione profonda, come uno strappo violento
Eppure il distacco diventa vicinanza nel Sentire dentro il silenzio una presenza che oggi ti fa Essere tutto intorno e dentro come se questo giorno che hai scelto per il tuo Viaggio fosse l’inizio di una pioggia che tutto pervade per moltiplicarsi in mille gocce e ciascuno toccare
Grazie Maestro. Sei nella Tua Musica e nei Tuoi Silenzi. Non te ne andrai mai. Sei partito per restare.
Ciao! Dopo il primo incontro introduttivo, ti propongo questo nuovo appuntamento per iniziare ad andare un po’ più a fondo, sempre nell’ottica di creare un’opportunità di condivisione attraverso la quale esplorare, conoscersi ed ascoltarsi.
Anche questa volta sono accompagnato nella diretta da Elisabetta Bigo che conversa con me sul tema pensato per la serata: un viaggio nel Sé.
Grazie per le domande e le riflessioni proposte e per quelle che vorrai offrire, compresi suggerimenti e temi da approfondire nelle prossime dirette.
Resistere ad una forza esterna che ci vuole condurre dove non vogliamo, che vuole portarci in luoghi che non riconosciamo, che vuole spingerci oltre il confine della nostra libertà e confinarci nell’artefatto della nostra paura.
Resistere per difendere, per proteggere, per manifestare il proprio Essere, per affrontare la tempesta, per mantenere la posizione, per non lasciarsi trascinare via. Resistere per difendere la libertà.
Come?
Agendo. Nel rispetto di noi stessi e degli altri, per il rispetto di noi stessi e degli altri. Come sappiamo, come possiamo, usando le nostre capacità, ascoltando la nostra Voce interiore.
Uno dei miei modi di agire è scrivere. Perché scrivere mi offre l’opportunità di ascoltarmi, di mettere in comunicazione le mie emozioni e le mie sensazioni con i miei pensieri, di fare emergere il messaggio che ho dentro e che vuole raggiungere altre anime, di comunicare e di condividere, di stimolare il confronto per ritrovarsi su un terreno comune dove resistere insieme.
E tu? Qual è il tuo modo di resistere? Scrivi con me? Resisti con me?
Durante questo primo incontro racconto un po’ di me, con l’intento di mettermi in gioco e di creare un’opportunità di condivisione attraverso la quale esplorare, conoscersi ed ascoltarsi.
Sono accompagnato nella diretta da Elisabetta Bigo che conversa con me sul tema pensato per la serata: il mio percorso di crescita personale – eventi, persone, scoperte.
Vi sono grato se vorrete porre domande, condividere riflessioni, offrire suggerimenti e proporre temi da approfondire nelle prossime dirette, perché sarebbero contributi essenziali e preziosi per costruire insieme il nostro dialogo come strumento di RECIPROCITÀ.
Ieri sera l’amico Vittorio mi ha scritto: “la poesia ci salverà”. Ha smosso in me qualcosa, ha acceso una luce su qualcosa che avevo sotto gli occhi, ma che non riuscivo a vedere. La mente si è messa in moto e con essa riflessioni ed emozioni. Già, c’è urgenza di condividere, c’è urgenza di reciprocità. Reciprocità. Parola che mi risuona da tempo e che ha acquisito la valenza di un simbolo, evocando l’archetipo del V.I.T.R.I.O.L. (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem). Andare dentro, in profondità, per comprendere, per conoscere, per andare oltre.
È giunto il momento di raggiungere l’interno per trovare ciò che siamo e con esso le forze necessarie per manifestarlo. La verità non giunge dall’esterno, ma dal processo alchemico del nostro Athanor che ribolle dentro di noi, nel quale trasmutare gli elementi e le sollecitazioni che turbinano intorno a noi, per sublimarle in una visione da sostenere con l’azione.
Il mio Athanor è in ebollizione da tempo e attendeva quest’ultimo ingrediente per manifestare la sua funzione: sublimare l’Essere per renderlo pieno, autonomo, completo nella conseguenza coerente dell’agire. Agire come sono in grado di fare, agire con la consapevolezza degli strumenti che conosco e che so usare: le parole. Perché le parole creano, plasmano, realizzano. Ma affinché ciò avvenga devono essere ascoltate, assaporate, annusate, guardate, toccate e sentite. E allora si attiveranno come si attivano i simboli, per generare consapevolezza, per generare un cambiamento di stato, per generare ciò che è necessario alla realizzazione della nostra pienezza.
Questo periodo di confusione crescente, di azioni contrastanti, di eventi incomprensibili costituisce l’opportunità unica di creare uno spazio per costruire la nostra versione della realtà, lontano dalle manipolazioni e dalle strumentalizzazioni. L’opportunità unica di fare emergere ciò che siamo nel profondo. L’opportunità unica di sublimare la nostra Essenza. È giunto il momento di porre e di porsi domande, di dubitare, di dissentire, di mettere in discussione le verità sociali, per liberare l’autonomia di pensiero a cui abbiamo diritto, per trasmutare il subire in scegliere.
Perché avvengono certe cose? Quale ne sono il senso e la funzione? Chi definisce la giustezza degli avvenimenti, quale autorità ha per normarli e da dove proviene questa autorità? Come ci fa sentire tutto questo? La convinzione di non poter fare nulla ed il timore di esporsi, mette a tacere l’opportunità di esprimere il proprio pensiero, di condividere la propria prospettiva, di distaccarsi dal pensiero omogeneo, di orientarsi diversamente dalla massa. Ma se non si è soli ad esprimere il proprio pensiero e se la libertà personale di esprimersi diventa condivisione, allora il timore di esporsi diventa collegialità, spalla a spalla nel diritto di essere fuori dal coro in una danza di reciprocità.
E la poesia offre questa possibilità, perché racconta il profondo, perché usa parole cercate e scelte che ci trovano e ci scelgono, perché realizza una comunicazione non convenzionale oltre gli schemi, che veicola un messaggio non manipolabile. E allora oggi mi espongo, scrivendo queste righe e proponendoti la poesia che segue tratta da Chiudo gli occhi e osservo il mondo, esortandoti a scrivere la tua poesia, per raccontare ciò che Senti, per inviare il tuo messaggio, per contribuire al coro di voci che hanno il diritto di essere ascoltate. Una poesia spontanea che racconti di te e del messaggio che da te vuole emergere, non un esercizio di stile, ma un atto di libertà autentica. La poesia è per tutti, la poesia è di tutti, non è per l’élite e non è dell’élite, ma una dichiarazione d’indipendenza del pensiero e delle emozioni che è facoltà di tutti e di ciascuno.
La poesia è oltre i canoni ed è questa la sua forza dirompente insieme ad un’autenticità non giudicabile, che genera un’interruzione benefica e creativa nel processo dell’evoluzione.
Le parole creano e le poesie sono uno scrigno di parole preziose.
Fuori dai giochi
Cerchiamo la vittoria fuggiamo la sconfitta senza aver scelto di giocare
Oltre l’esito esiste la Libertà la libertà di smettere di giocare ed iniziare a dare forma ai Sogni
A seguito della diretta su Torino Web Tv della scorsa settimana, un telespettatore mi ha inviato la seguente domanda: nell’Idiota di Dostoevski il principe Miskin afferma: “La bellezza salverà il mondo”. Nel percorso dell’ascolto del Profondo la bellezza può essere uno strumento utile magari supportato da qualcos’altro?
Ho trovato la domanda molto bella e stimolante, e desidero condividere la riflessione che ne è scaturita.
La prospettiva che ciascuno ha della Bellezza può avere una funzione di ascolto intimo, proprio se viene vista come strumento; come mezzo e non come fine.
La Bellezza è un canone personale che scaturisce dalla nostra Essenza e come tale ne è l’emanazione. Nel significato e nella manifestazione.
Per questo motivo, questa accezione di Bellezza può salvare il mondo, secondo la forma che ciascuno sa e può dare. L’arte, per esempio, quando è manifestazione di Bellezza intima, profonda ed archetipica, plasma un messaggio che va oltre il detto per realizzare il non detto. Un messaggio in codice che l’Anima può decifrare.
Questa è la mia prospettiva da ipsonauta (navigatore del Sé) e da appassionato di evoluzione personale, che passa anche attraverso lo studio e l’approfondimento di temi esoterici e la scrittura.
Una delle forme d’arte con cui mi esprimo è la poesia e per tramite del tema suscitato da questa domanda, desidero proporne una tratta dalla mia ultima silloge poetica: Chiudo gli occhi e osservo il mondo.
Le poesie si scrivono ovunque
su fogli e muri con parole e segni con gesti e disegni
nel cuore e nella mente con emozioni e sogni con ricordi e bisogni
tra il tempo ed il cielo con messaggi ed azioni con pensieri e sensazioni
e dire a ciascuno e a noi stessi che ogni spazio è il luogo vero a cui affidare chi siamo davvero
Benché alcuni eventi si ripresentino in maniera più rarefatta nel corso dell’Esistenza, la componente ciclica della nostra esperienza terrena costituisce un elemento persistente.
Così il 29 febbraio, sebbene codificato dagli esseri umani per una mera esigenza di adattamento matematico, giunge periodicamente a rammentarci l’aspetto ricorrente delle fasi della vita, con le quali l’essere umano, sebbene con lassi temporali variabili, si confronta ciclicamente.
Nonostante una prospettiva differente, le rivoluzioni periodiche rappresentano una sorta di testimonianza di un passaggio che ritorna rinnovato, offrendo l’opportunità di evoluzione nella scelta di affrontarlo.
Così come per il nastro di Möbius (matematico tedesco dell’800), la progressione iterativa ed infinita offre l’opportunità di cambiare lato e quindi prospettiva senza mutare direzione, espandendo la consapevolezza.
Il Nastro di Möbius
Il panorama della vita è una distesa sconfinata di gocce di eternità
Il panorama dell’esistenza è una distesa sconfinata di gocce di vita
Il panorama dell’eternità è una distesa sconfinata di gocce di esistenza
Non ho mai scritto dell’amore per scelta consapevole. Non l’ho mai fatto perché ritengo sia essenziale conoscere un argomento approfonditamente per poterlo declinare e l’amore è vasto come l’universo, misterioso come il senso dell’esistenza, inafferrabile come un refolo di vento.
Scrivere dell’amore non può che essere, quindi, la condivisione di una prospettiva personale fondata sul sentire intimo e profondo, come l’interpretazione di un dipinto di un’artista eclettico e visionario che gioca con i colori, le sfumature e le percezioni.
Qualsiasi definizione non sarebbe sufficiente ad includere ogni singola traduzione, ogni personale intuizione, ogni individuale paradigma, perché l’amore, in quanto archetipo, sfugge alle regole umane e solca mari dove non esistono rotte già tracciate ed ogni rotta è autentica e giusta per ciascun Capitano che ha deciso di percorrerla o ha avuto occasione di imbattersi in essa.
Forse è proprio questa la potenza infinita di ciò che chiamiamo amore, la sua esistenza non dimostrabile, la sua dinamica non riproducibile, il suo effetto non prevedibile e la sua forma non possibile che tuttavia esiste.
E allora, come una composizione musicale riproposta in variazioni infinite, l’amore si ripropone con armonie, melodie, contrappunti, ritmi, timbri e dinamiche sempre nuove e diverse, rimanendo fedele alla sua forma originaria. Un viaggio di scoperta e di interpretazione che passa attraverso la conoscenza di sé per giungere alla conoscenza degli altri.
Ho scoperto che nulla è definitivo, che tutto è in divenire e che le difficoltà, le debolezze e i nostri demoni sono opportunità per espandere e consolidare la consapevolezza di noi stessi.
Ho scoperto che porsi e porre domande, offrire la nostra prospettiva e costruire insieme sono le mappe per esplorare ed orientarsi nel vasto mondo sommerso che vive in ciascuno di noi.
Ho scoperto che Essere è il metodo di condivisione e di comunicazione più autentico ed efficace per comprendersi, riconoscersi, realizzarsi e manifestarsi.
Ho scoperto che tutto parte da noi stessi e che la reciprocità è la chiave esoterica dell’ignoto, con cui aprire accessi a luoghi remoti e comuni dove si fondano le basi della nostra Essenza.
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