La scrittura come crescita interiore

Come un diamante dalle molte sfaccettature, così la scrittura rappresenta molte cose per me. Una di queste è l’opportunità di crescita interiore, che passa attraverso l’ascolto di me stesso, la ricerca delle parole appropriate che possano esprimere il sentire e l’approfondimento di temi che realizzano il mezzo per condurre la consapevolezza alla propria destinazione.

Il testo che segue, tratto dal mio ultimo libro, rappresenta una traccia di questo percorso…

Manifestate il dissenso
manifestate il dubbio

con coraggio e rispetto
con autentica onestà
con etica vivacità

scegliendo
gli ideali alle idee
i princìpi ai prìncipi
l’onore agli oneri

dimostrate chi siete
dimostreranno chi sono

manifestate ciò che siete
racconteranno ciò che non sono

manifestate per costruire
non contro ma a favore
di voi stessi e della libertà

Rinnovamento

Anno nuovo, propositi nuovi e ricorrenti, ma anche rinnovamento fatto di progetti e di obiettivi, di sogni da realizzare e di passioni da lasciare sbocciare.
E dopo più di tre anni di semina un nuovo germoglio è venuto alla luce, fatto di consapevolezza e di evoluzione, con la volontà di fiorire e di far fiorire.
Una nuova partenza nella continuità di un cammino fatto di scoperta e di conoscenza di sé, per realizzare e manifestare chi sono.
Ti aspetto giovedì sempre qui sul mio blog per raccontarti un po’ di me e della mia prossima destinazione verso la quale, se vorrai, potremo condividere qualche passo.

Superumano

Eh, sì. Anche noi supereroi abbiamo bisogno di essere salvati e protetti. Vogliamo avere il diritto di sbagliare e di avere qualcuno che ci sappia perdonare. E vigilare su di voi per arrivare al momento giusto non dovrebbe essere dato per scontato.

Certo, facciamo quello che facciamo perchè lo sentiamo e lo vogliamo, perchè ci piace e ci fa stare bene, perchè abbiamo i nostri buoni motivi e soprattutto perchè ne abbiamo bisogno, ma abbiamo anche bisogno di un riconoscimento per il nostro operato anche prima della epica battaglia finale, uno sguardo, una parola, un gesto durante le sfide quotidiane.

Tu mi chiami supereroe, perchè faccio qualcosa che tu credi di non saper fare, ma io non mi sento tale, sono semplicemente me stesso e faccio cose un po’ diverse da quelle che fai tu. Non mi adatto agli schemi e alla violenza, ai giochi ed alla prepotenza, sono un folle che vede oltre le maschere e ascolta oltre le parole, ma anch’io ho bisogno di essere ascoltato e visto, di essere accolto e sollevato, di essere riconosciuto ed abbracciato.

Non chiamarmi supereroe, io sono umano, molto umano. Un superumano.

Opera di Alexandre SalleS

Iside

Una prova difficile ti ha trascinato a terra o Iside. Una pausa dolorosa ma necessaria per ritrovare le forze e per guarire l’umano vascello.

La Via non è smarrita, non temere, è soltanto offuscata da luoghi della mente che non ti appartengono e da nebbie del tempo che ti confondono.

Ora dispiega le ali a favore della corrente ascendente che donerà nuova vita al tuo volo, per ritrovare ciò che è sparso, per realizzare il tuo destino, per compiere la tua Essenza.

Parlami dell’amore impossibile

“Ti amo non per chi sei ma per chi sono io quando sono con te” (Gabriel García Márquez)

L’amore non dipende dagli altri, ma soltanto da noi stessi.
Perchè l’amore non è un sentimento, ma uno stato di coscienza.
L’amore è come ci Sentiamo e come Siamo in un determinato contesto, situazione o in relazione a qualcosa o qualcuno.
L’amore è gratitudine, appagamento, gioia per quello stato di coscienza che ci fa sentire completi ed apprezzare appieno il qui ed ora. Amore è conoscere l’armonia e incontrare l’equilibrio.
L’amore è la sublimazione dell’Essere nell’istante presente per mezzo di un’anima che vibra della stessa vibrazione.
Amore non è dare o avere, ma essere. Per questo l’amore impossibile non può esistere, perchè dipende soltanto da noi stessi. E ciascuno di noi è infinito, con infiniti piani di coscienza da esplorare, conoscere e raccontare.

Vorrei trovare più coraggio

Qualche giorno fa, conversando con una persona a me cara, è emerso un elemento di riflessione esistenziale che accomuna molti di noi. Vorrei provare ad approfondirlo insieme, affinché la condivisione possa innescare un processo di introspezione che ci conduca all’incontro con il nostro coraggio ed il nostro equilibrio.

Lo spunto che mi è stato proposto è il seguente: “Vorrei trovare più coraggio per esprimermi senza fare del male agli altri, il punto è che così facendo si accontentano sempre gli altri. Qual è il giusto equilibrio? O alla fine per trovarlo bisogna rompere per forza qualcosa?”

Ritengo che ciascuno di noi, in un modo o nell’altro, prima o dopo, si sia trovato dinnanzi ad un bivio analogo. E spesso a porsi tali dubbi sono persone coraggiose, perchè chi mi ha sollecitato con questa considerazione è qualcuno che ritengo molto coraggioso per via della situazione sociale e familiare non facile nella quale è immersa e che, giorno dopo giorno, affronta senza fuggire, quando sarebbe assolutamente comprensibile farlo.

Il coraggio non è quello degli eroi epici o dell’azione impulsiva a difesa di un ideale, ma è il lavoro progressivo e continuo per imparare ad affrontare se stessi e le prove della vita. E non ritengo esista una scala di valutazione del coraggio per misurare chi sia più coraggioso, bensì una scala di autenticità e consapevolezza nell’affrontare sfide a cui ciascuno è confrontato in base alle proprie possibilità.

L’impulso profondo ad esprimere se stessi è qualcosa di ancestrale che si confronta con la realtà che ci circonda. Abbiamo bisogno di esprimerci, di dare spazio alle nostre passioni, alle nostre inclinazioni ai nostri desideri ed alle nostre emozioni. Ma tutto questo si rapporta al contesto sociale nel quale viviamo ed alle relazioni umane che sono parte del nostro quotidiano. Trovare il giusto equilibrio è evidentemente la sfida più grande, anche perché gli equilibri non sono mai statici, ma una sequenza di equilibri successivi che ci portano ad affrontare sfide continue.

Per esperienza personale, ritengo sia necessario per il proprio benessere conquistarsi poco a poco, passo dopo passo il proprio spazio. È un processo talvolta lungo che passa attraverso battute d’arresto, compromessi e confronti con noi stessi e con gli altri, ma è fondamentale poter affermare quella parte di noi che spinge per uscire alla luce. E il giusto equilibrio per noi lo possiamo trovare soltanto noi, facendo scelte, prendendo decisioni ed accettandone gli effetti, anche quelli non voluti, dai quali non possiamo fare altro che trarre un insegnamento.

E anche il coraggio si può costruire giorno per giorno, iniziando da quello necessario per conoscersi ed accettarsi, per poi orientarsi a quel tipo di coraggio che ci sostiene nella personale affermazione, nel rapporto con gli altri e nel rispetto di essi.

Il dono nel dono

Fin da bambino ho molto amato fare regali, con una preferenza rispetto a riceverli. Perchè la bellezza di offrire un dono è pensare al destinatario, immaginare l’effetto che possa suscitare ed in particolare il gusto saporito dell’attesa.

L’attesa del momento in cui verrà ricevuto, le emozioni dell’attesa e l’attesa delle emozioni, l’evoluzione dell’energia che colma questo lasso di tempo, rendendola magica ed essa stessa un dono.
Ho sempre percepito la preparazione e l’aspettativa di un gesto di offerta come un dono nel dono, la parte che rimane a noi, il regalo per noi, il percorso che conduce all’istante di condividere pensieri ed emozioni tradotte in azione.
Quando il dono raggiunge la propria destinazione, l’attesa è compiuta ed il viaggio concluso ed il nostro dono inizierà un nuovo percorso nelle mani e nei pensieri di chi lo ha ricevuto. E saremo pronti per la prossima avventura, custodendo un nuovo dono in noi.